A Monza il Novecento fu aperto dal regicidio di Umberto I, che pose fine a un’epoca e per qualche tempo sembrò paralizzare la vita sociale e culturale cittadina. Negli stessi anni la città sperimentava un forte contrasto tra la trasformazione produttiva in atto, in senso industriale, e una realtà contadina ancora molto forte che trovava come luogo di incontro sociale e di scambio dei prodotti agricoli il mercato di San Giovanni.
La grande piazza al centro della città, l’antico Pratum magnum, era una scenografia suggestiva che non sfuggì a tre artisti sensibili alla realtà – Eugenio Baioni, Anselmo Bucci e Guido Caprotti – che all’inizio del secondo decennio del secolo, forse presagendone la perdita, immortalarono la scena della fiera in un “trittico” di grande freschezza narrativa.
Negli stessi anni questi tre artisti, affiancati da altri giovani, diedero vita al Coenobium, un sodalizio non formalizzato che si proponeva di svecchiare l’arte cittadina, da essi vissuta ancora come retaggio ottocentesco.
La piazza del Mercato, ribattezzata Trento e Trieste dopo l’esito vittorioso della Grande Guerra, divenne poi teatro di nuove dispute artistiche: la realizzazione dell’imponente Monumento ai Caduti, toccata per concorso allo scultore caravaggino Enrico Pancera che prevalse sul monzese Baioni, lasciò molti strascichi polemici e diede una nuova identità visiva alla piazza, fermata sulla carta nel 1951 da Bucci.
01: Eugenio Baioni, Bozzettone: il mercato. Olio su tela, 1910
02: Anselmo Bucci, Monza, mercato d’estate. Olio su tela, 1911
03: Guido Caprotti, Il mercato di San Giovanni a Monza. Olio su tela, 1910
04: Anselmo Bucci, Pont Saint Michel. Olio su tela, 1914
05: Eugenio Baioni, Il sacrificio (bozzetto per il Monumento ai Caduti). Bronzo e marmo, 1926