Mosè Bianchi (Monza 1840–1904) è certamente il più celebre e popolare pittore monzese. A lungo il suo nome ha coinciso con l’evocazione di una “monzesità” della quale andare fieri, tanto che l’Amministrazione Comunale gli ha dedicato negli anni Venti un monumento cittadino esemplato sul ritratto qui esposto, realizzato da Luigi Secchi.
Quella dei Bianchi è una famiglia di pittori: il padre Giosuè, il fratello Gerardo e gli altrettanto celebri nipoti Pompeo Mariani ed Emilio Borsa hanno contribuito a dare consistenza a una tradizione artistica locale che la critica ha spesso designato come “Scuola di Monza”.
In questa Sezione sono esposte due opere grafiche legate alla pratica dell’affresco, tecnica antica che Mosè Bianchi ebbe modo di esercitare negli anni centrali del suo operato.
La figura femminile rappresenta la personificazione della Storia all’interno di un ciclo pittorico affrescato dal Bianchi in forme neosettecentesche nella Villa Giovanelli, a Lonigo (Vicenza), nel 1877.
Di qualche anno successivo (1883) è invece il grande cartone preparatorio del Genio di Savoia, dipinto poi realizzato da Mosè Bianchi sul soffitto della Saletta Reale della Stazione di Monza. Il lavoro fu commissionato al pittore dalla città, che volle omaggiare i Savoia per la loro presenza a Monza con un’opera del più illustre concittadino artista.
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